Una ricerca a tappeto sulla "civiltà erotica" di Pompei, con l'ausilio di collegamenti puntuali tra raffigurazioni e funzioni degli ambienti così decorati. La prostituzione era praticata nei lupanari, ma non di rado anche in osterie, locande, terme. Attraverso iscrizioni, affreschi, graffiti, viene dunque ricostruita la presenza di queste attività di "svago" in locali pubblici, ma anche, inaspettatamente, in abitazioni private, tanto da far ipotizzare che in queste lussuose dimore vi fossero ambienti destinati alla prostituzione, gestiti da liberti o schiavi, con ulteriori possibilità di reddito per il proprietario della casa.
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